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La crisi risparmia carrozzieri e meccanici (per ora)
La crisi risparmia carrozzieri e meccanici (per ora)
14 agosto 2012
Le vendite di automobili sono in calo, causa i prezzi troppo alti e una crisi troppo forte. Questa nuova situazione ha creato nel nostro paese un paio di conseguenze nuove e impreviste. La prima è che i nostri connazionali cercano di usare sempre meno l'auto incrementando invece il mercato delle due ruote che consente di risparmiare su carburante e assicurazione. La seconda conseguenza dell'innalzamento dei prezzi riguarda direttamente i venditori d'auto che vedono scendere drasticamente le vendite mentre autoriparatori e carrozzieri vedono aumentare i loro business. Se l'acquisto di auto nuove è diminuito, dicono gli esperti, questo significa che le macchine che circolano sono in media più vecchie e dunque necessitano di maggiori cure.
Non è un caso che nel 2011 sia stato segnato il boom degli interventi dei carrozzieri e dei meccanici, chiamati con sempre maggior frequenza a rimettere a nuovo vetture che in media hanno circa 8 o 9 anni: il dato è in deciso rialzo rispetto, per esempio, al dato del 2009 quando l'età media delle auto che circolavano sulle strade italiane era di 7 anni e mezzo. Il mercato dell'auto è alla canna del gas ma carrozzieri e meccanici si salvano, anzi, sembrano gli unici a beneficiare in qualche modo della crisi: secondo i dati dall'Osservatorio Autopromotec nel 2011 in Italia sono stati spesi oltre 30 miliardi di euro per manutenzione e riparazione auto, il 2,7% in più rispetto al 2010 con una spesa media per singolo automobilista di circa 810 euro.
Renzo Servadei, amministratore delegato dell'Osservatorio Autopromotec spiega: “La tendenza di quest'anno va verso la stagnazione: il settore delle autoriparazioni è anticiclico rispetto alla vendita di auto nuove ma ultimamente assistiamo alla recrudescenza della crisi che riduce drasticamente l'utilizzo delle auto”. In parole povere, anche per il comparto carrozzerie e autoriparazioni si respira il timore di un contagio della crisi che sta già attanagliando il mercato delle vendite auto. Lo scenario si fa sempre più difficile, spiega Mario Turco, responsabile nazionale di Cna Autoriparazioni, associazione che riunisce 20 mila imprese tra meccanici, gommisti, carrozzieri e centri di revisione. “La negativa congiuntura economica riduce la domanda comprimendo il mercato di auto nuove e usate - dice Turco - A lungo andare, perfino la manutenzione verrà colpita diminuendo il suo giro d'affari”.
A rendere più complicata la situazione ci si mette anche la politica delle case costruttrici che, privati degli incentivi per l'acquisto di auto nuove, scelgono di puntare sul mercato delle riparazioni”. Il comparto ora è diviso in due: le reti autorizzate, egemoni fino a poco tempo fa per quanto concerne tagliandi e riparazioni in garanzia e, dall'altra parte, le autofficine indipendenti. I costi sempre più alti anche nel comparto riparazioni sono direttamente dipendenti dai pezzi di ricambio che incidono per il 60% sulla spesa finale delle riparazioni: dei 30 miliardi di euro spesi per l'assistenza, 20 miliardi sono destinati ai ricambi.
di Franco Canevesio
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