Mondo Assicurazioni
Isvap: Rc auto-moto troppo care
Isvap: nel 2011 Rc auto-moto ancora troppo esose
19 dicembre 2011
Si è fatto tanto in questo 2011, ma non basta. Questo in sintesi è il bilancio annuale dell’Isvap sull’andamento delle tariffe di Rc auto e Rc moto. Secondo l’Istituto di Vigilanza del settore, i progressi sulla lotta alle frodi sono stati evidenti, così come la creazione della banca dati sinistri ha portato a maggiore trasparenza nell’intero segmento. Detto ciò, non è sufficiente: l’anno che sta per concludersi vede ancora i prezzi in continua ascesa. Spalmati sull’ultimo biennio, i rincari fanno venire la pelle d’oca: punte del 27% per le quattro ruote e addirittura del 45% per le due. La media di crescita per un assicurato nella fascia più alta del bonus malus ha visto il proprio importo da pagare crescere in media del 26,9%.
Secondo il presidente dell’Isvap Giannini, i dati parlano chiaro: la raccolta premi nell’ultimo anno è salita di un 6% (dopo il +4,5% del 2010), segnale lampante che i gruppi assicurativi hanno il più delle volte scaricato sulla loro clientela tutti gli oneri relativi ai maggiori costi. Un neopatentato assicuratosi nel 2011, ha speso in media il 25% in più rispetto a un neopatentato assicuratosi nel 2009. Se spostiamo la cosa sul settore dei motocicli, i picchi di aumento arrivano al 52%.
Per questo, come ha specificato Giannini, “i tavoli tecnici per accrescere la trasparenza proseguiranno”. Senza contare quella che oramai è a tutti gli effetti una “questione meridionale”: le stangate per gli automobilisti del Sud crescono di mese in mese. Come sta facendo con le banche sulle spropositate polizze legate ai mutui, l’Isvap vuole combattere anche quelle case assicurative che sfruttano il comparto auto-moto soltanto per fare cassa e far fronte a spese di gestione non sempre inappuntabili. Poi c’è il problema dei sinistri da liquidare, doppi rispetto a paesi come Francia e Regno Unito. E come ha annunciato sempre Giannini, anche nei criteri di valutazione qualcosa dovrà muoversi, o da questa spirale non se ne esce.
di Valerio Mingarelli
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